Il diavolo nel post-Concilio
sensibilità teologiche e interventi del Magistero.
Il presente lavoro si propone di esaminare, con riferimento al periodo che va dal concilio Vaticano II ai nostri giorni, le sensibilità della teologia rispetto al tema del “diavolo” e i relativi interventi del Magistero. Nel dettaglio:
il primo capitolo guarderà alla percezione del diavolo nel periodo successivo al concilio Vaticano II, esaminando, con riferimento all’ambito cattolico, le principali sensibilità della riflessione teologica sull’argomento. Guarderà poi alle principali critiche mosse al ritenere il diavolo una creatura realmente esistente e si soffermerà su alcune riflessioni circa il legame fra la figura del diavolo e la più ampia tematica del male. Concluderà quindi con alcune considerazioni a proposito del ritenere il diavolo un essere personale e fornirà alcuni spunti e provocazioni utili a proseguire la riflessione teologica.
Il secondo capitolo guarderà invece agli interventi del Magistero, con particolare riferimento al periodo compreso fra il concilio Vaticano II e i nostri giorni. Un’attenzione particolare sarà riservata agli interventi più significativi: i riferimenti al diavolo nei documenti conciliari, le tre omelie di papa Paolo VI, il documento Fede Cristiana e Demonologia redatto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e un ciclo di catechesi sugli angeli e i demoni ad opera di Giovanni Paolo II.
Il terzo capitolo, infine, esaminerà la fondatezza della credenza nell’esistenza del diavolo in quanto creatura, soffermandosi a considerare i riferimenti nel Nuovo Testamento e quanto proposto dal Magistero. Guarderà quindi alle implicazioni della reale esistenza del diavolo rispetto alla fede e alla vita dei credenti, sottolineando l’importanza di non considerare mai la presenza del demonio separatamente dall’azione salvifica di Cristo. Concluderà infine con alcuni accorgimenti circa un possibile linguaggio da utilizzare ai nostri giorni per parlare del maligno.
