Facoltà Teologica del Triveneto: Progetto THESIS Fttr

Tipologia Tesi: Laurea in Scienze Religiose

  • “Il senso dell’altro”

    empatia e intersoggettività in Edith Stein

    Edith Stein, attraverso i suoi studi sull’empatia individua nell’atto percettivo di contatto con il mondo esterno dell’Einfuhlung (empatia), una possibilità che consente attraverso il suo dispiegarsi, una reciprocità necessaria per cogliere il sentire di chi è diverso da me. L’empatia in senso filosofico e psicologico generale si può identificare come una immediata intuizione e partecipazione emotiva agli stati affettivi altrui. L’empatia, dunque, può essere definita come la capacità di sentire il mondo personale cose se fosse nostro: sentire l’ira, a paura, il turbamento dell’altro come se fossero nostri, senza però aggiungervi la nostra ira, la nostra paura, il nostro turbamento. Attraverso i suoi studi la Stein ricostruisce semanticamente l’empatia per arrivare a definirla fenomenologicamente come unico processo conoscitivo in grado di farci cogliere l’intersoggettività. La filosofa tedesca pone il problema dell’empatia perché si rende conto che nell’incontro tra esseri umani si scopre l’inconsistenza della soggettività assoluta: il fatto che ci capiti di incontrare emozionalmente e psichicamente l’esistenza di un’ altra persona necessita della capacità di non aver bisogno di tutto quello che costituisce una soggettività autonoma da tutto il resto: i pensieri, la volontà, la coscienza e il comunicare attraverso parole banali. Le parole ci nascono nel momento in cui è necessario renderci conto: una parola chiave dell’empatia, che ci scuote nel momento in cui arriva alla nostra sensibilità, è l’annuncio che un altro o un’altra stanno vivendo qualcosa. Il rendersi conto a cui fa riferimento Edith Stein è l’osservare, l’accorgersi di qualcosa che, affiorano d’un colpo davanti a me, mi si contrappone come oggetto ( come le sofferenze che leggo sul viso dell’altro). Secondo la Stein, dunque, esiste una sequenza, quasi simultanea, in cui l’altro/a e il suo dolore non sono un evento concreto e immediatamente comprensibile, ma si presentano nella forma dell’accadere di una rottura della continuità della mia esperienza. Quando ci rendiamo conto di questo, incomincia qualcosa che possiamo chiamare nascita del senso o, come lo definisce la filosofia, atto di empatia.



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