Annuncio e uso delle Sacre Scritture
considerazioni su san Paolo e sul reverendo Martin Luther King
Nell’ambito di un corso di studi di Teologia cattolica aperta al confronto con le varie teologie cristiane e al dialogo ecumenico, viene presa in considerazione la figura di san Paolo, Apostolo delle genti, che edifica le prime comunità cristiane usando la sacra Scrittura come fondamento. Si considera quindi la figura del reverendo battista Martin Luther King che sostiene e cura le comunità afroamericane educandole col Vangelo, ancorando alle Sacre Scritture il suo appello al riconoscimento dei diritti dell’uomo. Poiché i testi paolini sono presi come esempio dal reverendo Martin Luther King per molti dei suoi sermoni, nel presente lavoro si vuole osservare se sia possibile fare una comparazione sulla base della questione ermeneutica. A tale scopo viene analizzata con metodo esegetico la funzione della citazione scritturistica in 1Cor 1,18-25 e in Gal 5,13-15 e viene verificata la funzione retorica in tre sermoni tratti dal testo di Martin Luther King “La forza di amare”, che sono rappresentativi di alcuni punti teologici di san Paolo. Ne emerge che l’interesse che anima i due autori quando citano la Bibbia nelle ovviamente diverse modalità di annuncio, è di natura cristologica; che, ancora una volta, l’annuncio di salvezza non passa per la sapienza né per la potenza ma attraverso la “stoltezza della predicazione”; che il testo biblico, oggetto di interpretazione, diviene soggetto interpretante la vita del credente. L’effetto che si può riscontrare è quello di rinsaldare l’appartenenza sia delle prime comunità cristiane generate da san Paolo, sia delle comunità afroamericane che sono guidate del reverendo Martin Luther King allo stesso “popolo di Dio”. Infine, in relazione alla questione ermeneutica, emerge la stretta connessione tra senso letterale e senso spirituale con cui viene presa a fondamento di fede la sacra Scrittura.
