L’ingrediente Dio
modi e gradi della manifestazione divina nell’uomo
L’attuale contesto occidentale è connotato da un crescente abbandono della pratica religiosa: non si può dire lo stesso della ricerca di spiritualità che continua ad assetare il cuore dell’uomo. Una simile e radicale trasformazione in seno alla sensibilità contemporanea apre alla necessità di trovare modi nuovi per ridire la fede, annunciare e scorgere la sorprendente vicinanza del Dio di Gesù Cristo. Ci chiediamo: come parlare di Dio, oggi, in modo da farne emergere efficacemente i tratti di Colui che si intrattiene con gli uomini come ad amici (cf DV 2)? È questo lo status quaestionis della ricerca.
Una pista ritenuta promettente è quella che passa attraverso la persona umana e la sua dignità, asserendo che Dio continua a rivelarsi all’uomo attraverso gli uomini stessi, secondo diversi gradi e modi. Il percorso prevede una articolazione secondo tre passaggi.
Il primo capitolo, marcatamente cristologico, è funzionale a mettere in luce come ogni uomo porti in sé l’immagine del Creatore; in esso il discorso prende le mosse dall’icona biblica della creazione dell’uomo ad “immagine somigliante” di Dio, osservata secondo la prospettiva dell’incarnazione e degli eventi pasquali.
Il secondo capitolo, di ispirazione pneumatologica, tratta del tema della divinizzazione (theosis) seguendo come filo conduttore il pensiero di M.J. Scheeben. In esso vengono delineate le singolari modalità in cui Dio sceglie di rendere partecipi della propria natura gli uomini che si dispongono ad accoglierne la grazia.
Il terzo capitolo terzo, dopo aver richiamato alle categorie di mistero, rivelazione ed esperienza di Dio, individua alcuni elementi – anche di natura morale – capaci di indicare in quali occasioni, condizioni e modi l’uomo possa trovarsi a rivelare agli altri il volto di Dio.
Vengono chiariti, in ultima analisi, quali guadagni e limiti una tale impostazione – che poggia sulla teologia trascendentale – possa presentare nel dialogo con il contesto contemporaneo, segnato dal disincanto del mondo (cf. Max Weber).
