Rigenerare i legami: mediazione umanistica e giustizia riparativa nel diritto penale canonico
La tesi vuole evidenziare come la Chiesa si senta oggi interpellata sul tema della giustizia, facendo proprio il suo compito di ridare ad esso un significato teologico che possa essere comprensibile e significativo per l’uomo contemporaneo. Di fronte al mistero del male e del peccato, che tocca anche la vita dei fedeli e della comunità […]
La tesi vuole evidenziare come la Chiesa si senta oggi interpellata sul tema della giustizia, facendo proprio il suo compito di ridare ad esso un significato teologico che possa essere comprensibile e significativo per l’uomo contemporaneo. Di fronte al mistero del male e del peccato, che tocca anche la vita dei fedeli e della comunità ecclesiale, la Chiesa sente un rinnovato desiderio di dare risposte ogni volta più adeguate e coerenti con il suo fondamento pastorale e missionario. In questo quadro si inserisce il dibattito sulla funzione delle pene (significato e obiettivi) e sulla loro
applicazione nell’ordinamento penale canonico. La valorizzazione della salus animarum di ogni singolo fedele esprime la centralità della persona nell’ordinamento canonico. Una chiave di lettura proficua è la riscoperta del ristabilimento della giustizia, sia come funzione delle sanzioni canoniche, sia come indirizzo che deve guidare il momento della loro applicazione. Il modello di riferimento è quello biblico della tsedāqāh (la giustizia salvifica) che non consente di rispondere al male con il male, ma di vincerlo operando il bene: l’esigenza più importante della giustizia nella
Bibbia è infatti quella di “salvare la relazione” (rigenerare i legami). Il fine è sempre riconciliativo.
Nella riflessione della scienza penalistica extracanonica contemporanea, il modello teorico più avveduto è quello della giustizia riparativa, nel quale la mediazione penale opera come strumento di risoluzione del conflitto tra reo e vittima, ma anche come modalità di ricostruzione della frattura relazionale che il reato crea tra reo, vittima e comunità. Il nuovo paradigma riparativo della giustizia, in ambito extracanonico, rispecchia quindi il modello biblico della giustizia salvifica: per entrambi si tratta di rigenerare i legami.
Il senso di tutto questo lavoro è di far emergere come le acquisizioni finora raggiunte dalla mediazione (in particolare dal modello “umanistico”), quale prospettiva applicativa dell’ideale di giustizia riparativa, possa costituire uno strumento a servizio della Chiesa – e quindi applicabile anche in ambito penale canonico – per contribuire alla costruzione di una società più giusta, più umana e più fraterna.
