Essere e persona. Edith Stein e Luigi Stefanini in dialogo
Edith Stein e Luigi Stefanini in dialogo
Edith Stein e Luigi Stefanini, ad un primo sguardo, sembrano due autori molto distanti: le loro vite si sono snodate attraverso lo stesso periodo storico, ma hanno seguito percorsi diversi che non li hanno mai portati a incontrarsi. Anche dal punto di vista filosofico il loro pensiero parte da presupposti che non hanno elementi comuni: Stein si inserisce pienamente nella tradizione fenomenologica inaugurata dal suo maestro Edmund Husserl; Stefanini invece si colloca nella tradizione metafisica che cerca di coniugare con la sua fede cattolica. Pur avviando la loro riflessione su terreni così diversi le posizioni dei due filosofi convergono sulla persona: entrambi ne indagano la struttura interiore enucleandone le caratteristiche distintive di spiritualità, libertà e relazionalità. Quest’ultima viene letta sia da Stein che da Stefanini tanto in chiave orizzontale, quanto in chiave verticale; la persona pertanto è sia aperta alla relazione con le altre persone, sia alla relazione con l’Assoluto. A questo punto i cammini intellettuali di Stein e Stefanini prendono nuovamente strade diverse: Stein sviluppa un’antropologia teologica dai contorni riconoscibili, mentre Stefanini rimane entro l’alveo della riflessione filosofica su Dio. Entrambi però giungono alla conclusione che la persona si realizza pienamente solo nella relazione con l’Assoluto. L’intreccio tra la dimensione teologica e quella antropologica trova un ulteriore sviluppo nell’ambito pedagogico: una volta scoperta l’identità profonda della persona umana, infatti, sia Stein che Stefanini avvertono la necessità di porre a tema la questione di come poterla formare. Si tratta sia di un passaggio obbligato per la riflessione, sia di un tema posto dalla loro lunga esperienza di educatori desiderosi di contribuire alla crescita armonica delle nuove generazioni.