La misericordia di Dio in Sapienza 11,15-12,27
un ponte tra antico e nuovo testamento
Nel 2016 papa Francesco ha voluto che la Chiesa Cattolica vivesse il Giubileo della Misericordia come momento di riflessione e di azione per comprendere e vivere la misericordia come centro della vita cristiana.
Un modo di pensare comune relega la misericordia divina all’annuncio cristiano del Nuovo Testamento, a differenza e in contrasto con un Dio veterotestamentario più violento e vendicativo. Pur riconoscendo la non totale erroneità di tale giudizio, bontà e perdono divini permeano l’intero corpus biblico, pur con diverse accentuazioni e sottolineature, e possono costituire un tema utile per vagliare come la concezione teologica, nella continuità di caratteri costanti, si evolva nel corso del tempo. D’altro canto, in un contesto attuale in cui sembra prevalere una libertà intesa come piena autodeterminazione (libertà “di” e “da”) e venir meno il senso del peccato, di cui una conseguenza in ambito ecclesiale è la crisi del sacramento della riconciliazione, sembra importante rimettere al centro l’annuncio misericordioso di Dio, come ha fatto il relativamente recente Giubileo della Misericordia, e riflettere su di esso in termini “moderni”. Una riflessione particolarmente ampia e approfondita sul tema è presente nel libro della Sapienza, ultimo testo biblico del Nuovo Testamento, scritto a ridosso dell’era cristiana: esso riprende la tradizione precedente e testimonia il suo sviluppo in una rinnovata chiave interpretativa, grazie ai contributi derivanti dalla nuova cultura ellenistica, chiave che si imporrà nella predicazione di Gesù e, più in generale, negli scritti del Nuovo Testamento. Scopo della ricerca è studiare la riflessione di Sap 11,15 – 12,27, evidenziandone il legame con i testi biblici che l’hanno preceduta e che la seguiranno, specie le parabole lucane della misericordia (Lc 15), alla ricerca dei punti di continuità e discontinuità nel passaggio dall’Antico al Nuovo Testamento, sottolineando la funzione di “ponte” che il libro della Sapienza svolge. Infine, ci chiederemo quale contributo tale testo può fornire a un annuncio contemporaneo sulla misericordia divina, in un orizzonte non solo individuale, ma sociale.
Dopo una presentazione iniziale che spiega e giustifica la scelta del tema e l’importante contributo intertestamentario che Sap 11,15 – 12,27 può dare a esso (introduzione), si tenterà di dare uno sguardo globale e sintetico a come l’Antico Testamento definisca e concepisca la misericordia divina, da un punto di vista terminologico e tematico (primo capitolo). Il secondo e centrale capitolo prevederà lo studio e l’analisi di Sap 11,15 – 12,27, investigando i caratteri e le peculiarità della misericordia divina là presentata. Nel terzo capitolo si cercherà di delineare bontà e perdono divini nel Nuovo Testamento, specie facendo riferimento alle parabole lucane della misericordia (Lc 15) e, fra esse, alla parabola del padre misericordioso. Infine, la conclusione vorrà essere una sintesi tesa a riprendere, sistematizzare e confrontare le osservazioni emerse nei capitoli precedenti, nei punti di comunanza e divergenza che caratterizza il volto misericordioso di Dio nell’era precristiana e cristiana. Emergerà così il ruolo di “ponte” del libro della Sapienza, chiarendo anche i contributi positivi per il nostro contesto attuale.