«Mio Figlio sei tu, oggi ti ho generato»
La morte di Gesù nella soteriologia di François Xavier Durrwell
Questo elaborato tratta il tema cristologico alla base della fede cristiana: l’opera di salvezza dell’umanità compiuta da Dio per mezzo di Gesù Cristo attraverso la sua morte e risurrezione. In particolare si sofferma sul ruolo che ha avuto Gesù in quest’azione redentiva e come l’ha portata a compimento. Di pari passo si comprende come questa coinvolge tutta la Trinità cioè non può essere disgiunta dall’azione di Dio Padre e dello Spirito Santo.
Nello sfondo della visione interpretativa del teologo redentorista F.X. Durrwell, si sottolinea come questa redenzione si sia compiuta attraverso la scelta di obbedienza di Gesù nella comunione con il Padre, caratterizzata da una piena fiducia e affidamento totale a lui. In questo fedele consenso alla volontà del Padre, Gesù, guidato dallo Spirito Santo, compie un cammino di santificazione nell’assumere l’identità filiale nella condizione di uomo Figlio di Dio. Traccia così uno stile di vita che diventa per l’uomo via di conversione e riconciliazione con Dio Padre, nella grazia santificante che riceve dalla potenza salvifica di Cristo. Allo stesso tempo questa strada è per l’uomo anche recupero e compimento dell’identità di figlio adottivo del Padre in cui da e per sempre è stato creato.
Questo cammino di Gesù uomo, unigenito dal Padre, si è intrecciato con tutte le relazioni e rapporti umani che andava istaurando nella sua vita, nei quali esprimeva incondizionatamente e fedelmente la volontà salvifica e di amore del Padre verso l’umanità, realizzandola con parole, segni, prodigi, che manifestavano la sua dedizione d’amore verso gli uomini. Questo entrare in comunione con gli uomini ha condotto il suo cammino al culmine del suo amore verso di loro nel più totale e massimo dono di sé che poteva fare, quello della sua vita, morendo sulla croce. In tal modo ha sconfitto il potere delle tenebre di satana la cui mira era proprio separarlo dalla comunione col Padre, nel quale invece ha vinto la morte conseguenza del peccato, attraverso la sua risurrezione.
Questo sguardo interpretativo contrasta e cerca di superare una teologia della redenzione detta giuridica che in passato esaminava l’azione redentiva di Cristo come un atto riparatorio compiuto al posto degli uomini a causa dell’offesa recata a Dio Padre per il peccato. Questa visione benché sorpassata comunque rimane per certi aspetti, se pur in modo più profondo e articolato, ancora motivo di approfondimento e discussione tra i teologi, nella ricerca del vero senso delle parole della scrittura sul mistero della redenzione. Nella comunanza di fede che l’opera della salvezza è di Dio, si deve riconoscere che comunque possa sfuggire alla comprensione umana la grandezza e l’ampiezza del suo mistero. Nel vissuto, nello studio della parola di Dio, nella preghiera a aiuto della luce dello Spirito Santo, l’uomo di fede è chiamato ugualmente sempre ad essere aperto e sincero ricercatore della verità rivelata al fine di conoscerne pia piano il mistero a cui è chiamato a partecipare e a coinvolgere tutti gli uomini.
