Cammini di riscatto
il pastoral counseling in ambito carcerario per la promozione di una giustizia riparativa
Il carcere dovrebbe essere un luogo per arginare la criminalità e offrire la possibilità di intraprendere percorsi che permettano di costruire nuovi significati e nuove prospettive a partire da una differente descrizione di sé. Nella realtà, però, la carcerazione rappresenta un evento drammatico che raramente favorisce un riscatto della persona, contribuendo, al contrario, alla costituzione di un’identità deviante.
Il carcere, così come è strutturato, è il risultato di una concezione della pena impregnata di pensiero retributivo, in cui al male si risponde provocando altro male, secondo una logica più vendicativa che rieducativa.
Alla fine degli anni ’80 e agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso, in Europa, sulla scorta delle esperienze internazionali, in primis la Commissione per la Verità e la Riconciliazione in Sudafrica, si è manifestata la necessità di accogliere una nuova concezione di giustizia, che promuova la riparazione e la riconciliazione tra le parti, guardando al reato non in termini di pena ma di rottura di una relazione. Si è aperto un dibattito e un confronto che ingloba questioni filosofiche, evidenze psicosociali, norme e procedure giuridiche, presupposti antropologici e teologici, prassi ed esperienze riconciliative.
Anche la Chiesa è in prima linea, offrendo un contributo importante nel superamento dell’idea di una giustizia come vendetta, cogliendo l’urgenza e l’importanza di un cambio di paradigma volto al rispetto della dignità di ogni essere umano. Nei documenti magisteriali, nei pronunciamenti papali, nei contributi teologici emerge l’invito ad assumere lo stile misericordioso di Dio, per evitare di condannare chi è caduto in errore, sostenendo la sua guarigione e la sua salvezza.
La Chiesa si trova di fronte a una grande sfida: da una parte di promuovere riflessioni che consentano di accogliere una concezione riparativa di giustizia; dall’altra di attivarsi per svolgere la sua missione pastorale in carcere dirigendo la propria prassi in un’ottica riconciliativa.
Il pastoral counseling, quale particolare relazione di aiuto che coniuga il potere della parola e del dialogo, comune al counseling psicologico, con la dimensione spirituale, può rappresentare un valido strumento di promozione e attuazione di una giustizia in ottica riparativa accompagnando e disponendo al confronto ristorativo tra la vittima del reato, il reo e la comunità. Configurandosi come ministero della comunità ecclesiale che guida la persona nel percorso di conoscenza di sé, la consulenza pastorale può essere assunta nell’accompagnamento del soggetto reo per guidarlo a compiere quei passaggi che strutturano un approccio riparativo, e predisporlo all’incontro e al riconoscimento dell’altro.