Educare al cristianesimo in un mondo non cristiano
L’esempio di Clemente d\’Alessandria
È sempre più chiara, ormai, la necessità di un nuovo modo di vedere la scuola e, di conseguenza, l’insegnamento. È urgente trovare il modo, ogni giorno, di restare al passo con i giovani, le loro aspettative, le loro domande e i loro modi di apprendere.
Sono convinto che nell’ottica di trovare nuovi metodi d’insegnamento alcuni spunti di riflessione potrebbero essere presi dalle origini della scuola cristiana. Se vogliamo capire in che direzione andare nel futuro, uno sguardo al passato può senza dubbio esserci d’aiuto per muovere i primi passi verso un nuovo sistema educativo, che possa dare risposte nuove alla sfida della trasmissione efficace della cultura.
All’inizio del percorso che proponiamo in questo lavoro delineeremo sinteticamente il contesto storico in cui si sviluppò la prima scuola cristiana, il Didaskaleion di Alessandria, poiché la sua formazione avvenne in seno a spinte sociali e storiche non irrilevanti. Non siamo in presenza, infatti, di una scuola nata semplicemente per istruire i cristiani, bensì di una sistema che aveva intenzione di combattere lo gnosticismo inserendosi nel contempo nel solco della tradizione scolastica greca.
Dopo aver approfondito la struttura e il valore della scuola pagana, relazionandola anche al modo di intendere l’insegnamento da parte dei cristiani e trovando così affinità e differenze, si procederà con l’esposizione sintetica della vita e delle opere di Clemente, soffermandosi ad analizzare soprattutto il Protrettico e cercando di focalizzarsi su alcune linee guida del pensiero dell’Alessandrino.
Nella terza e ultima parte, ci dedicheremo ad attualizzare il metodo d’insegnamento di Clemente: le intuizioni di questo grande Padre della Chiesa, cosa possono dire a noi insegnanti ed educatori di oggi? Come possiamo utilizzare il pensiero di Clemente oggi, nelle scuole e nei luoghi dedicati alla trasmissione del cristianesimo?