Le dinamiche emotivo-psicologiche dei figli nel processo di separazione genitoriale
L’aumento significativo delle separazioni e dei divorzi riportato dai dati ISTAT, e il coinvolgimento di molti figli in essi, hanno indirizzato questo lavoro a indagare il possibile impatto psicologico della separazione proprio su questi ultimi, con l’obiettivo di proporre alcune delle realtà di accompagnamento che la comunità sociale mette a disposizione per i minori. Per […]
L’aumento significativo delle separazioni e dei divorzi riportato dai dati ISTAT, e il coinvolgimento di molti figli in essi, hanno indirizzato questo lavoro a indagare il possibile impatto psicologico della separazione proprio su questi ultimi, con l’obiettivo di proporre alcune delle realtà di accompagnamento che la comunità sociale mette a disposizione per i minori.
Per raggiungere lo scopo dello studio, è stato necessario presentare, inizialmente, il tema della generatività come obiettivo del famigliare, e, successivamente, analizzare le dinamiche di coppia partendo dalla costruzione del patto stesso e dal valore che assume il sacramento del matrimonio.
Grazie a tali premesse, si è potuto passare ad affrontare il tema della rottura del patto sia a livello cristiano, sia a livello psicologico, focalizzando lo sguardo sull’argomento cruciale, ossia il coinvolgimento dei figli nella separazione. Con questo, si è cercato di offrire una descrizione degli effetti considerati rilevanti dagli autori del modello relazionale-simbolico. In tale situazione, i figli, a seconda dell’età, reagiscono come coloro che hanno intravisto il frantumarsi dei loro punti saldi, e che cercano di ricostruire ciò che è stato spezzato in modo insanabile con conseguenze che potrebbero avere un impatto negativo sulla loro vita attuale e futura, nonché sul futuro dei loro legami emotivi.
A questo punto, possiamo dire che individuare percorsi di sostegno per i minori che vivono questa transizione familiare sia di fondamentale importanza: occorre mettere, in ogni caso, il bambino al primo posto. Preme sottolineare che, qualora la separazione avvenga quando l’ex coniuge è genitore, la funzione generativa è a rischio, e i figli sono i primi a risentirne. Il lavoro messo in campo dalle figure di accompagnamento (mediatore familiare, coppie di sposi indicate a svolgere tale ruolo) si prefigge di ridurre il fenomeno disfunzionale e di prevenire possibili rischi nello sviluppo affettivo e relazionale dei minori.
I “figli del divorzio”, in sintesi, hanno bisogno di basi stabili per poter affrontare la loro crescita nel miglior modo possibile, e questa stabilità, paradossalmente, deriva da un senso di unità genitoriale. La sfida dei percorsi di accompagnamento, in particolare quando i genitori decidono di inserire i figli, è quella di riuscire a separare il ruolo genitoriale da quello coniugale, preservando il valore del legame e tutelando lo sviluppo fisico e, soprattutto, mentale dei figli. Dal punto di vista dei minori, la sfida è quella di imparare a “trattare i sentimenti”, dove per “trattare” si intende poter elaborare l’evento critico della separazione e del divorzio all’interno di una prospettiva di senso: in questo modo, avremo giovani comunque motivati nella vita e capaci di guardare a un futuro con fiducia.
