All’invisibile dal visibile
Lettura teologico-spirituale dell’opera di fra Giovanni da Verona OSBOliv (1457-1525) nella chiesa di S. Maria in Organo a Verona.
La chiesa-monastero di Santa Maria in Organo a Verona, facente parte dell’itinerario artistico e spirituale di “Verona minor Jerusalem” e che vanta origini antichissime, è l’espressione dell’opera di fra Giovanni da Verona, un monaco benedettino olivetano di fine XV secolo, che ha prodotto il rinnovamento della chiesa e ha costruito l’antica sagrestia e il coro con tarsie lignee di notevole spessore teologico-spirituale. Si tratta di opere apportatrici di messaggi e ispirazioni che aprono ad una riflessione che coinvolge la vita, accendono interrogativi esistenziali e spirituali ma soprattutto indicano la meta di compimento del destino di ogni uomo: l’eschaton, la comunione piena con Dio.
L’arte come espressione di buon annuncio, come canale di trasmissione della fede e delle motivazioni che sostengono il cammino spirituale cristiano rappresenta un percorso tracciato da fra Giovanni. Ha approfondito non la solo la “Biblia pauperum” come forma divulgativa, ma ha espresso contenuti che non sono solo opera d’arte, ma specifica documentazione di quel tesoro custodito in vasi di creta e che costituisce la “Traditio ecclesiae”. È una forma di evangelizzazione: fra Giovanni ha usato l’arte come metodo di annuncio, ha considerato la bellezza come una via per proporre l’annuncio evangelico: la “via pulchritudinis”.
L’introduzione di una teologica visiva, artistica, cristiana conduce ad un luogo preciso che attende ogni cristiano: l’escathon. Attraverso il cammino e la lettura spirituale delle tarsie del coro e dell’antica sacrestia si intende far conoscere fra Giovanni e il suo potente messaggio: l’universale bellezza e grandezza della salvezza portata da Cristo viene trasmessa attraverso la visione simbolica della Gerusalemme celeste. La trasmissione della fede e l’annuncio evangelico devono confrontarsi con la dimensione sensibile, corporea dell’uomo. L’arte permette di scorgere e anticipare l’invisibile, la speranza escatologica, destino compiuto di ogni uomo.