Che cosa cerchi? Cerco i miei fratelli.
Giuseppe e la sua famiglia sul cammino della fratellanza.
La storia di Giuseppe e dei suoi fratelli, narrata in Genesi ai capitoli 37-50, è una delle più
conosciute e studiate della Bibbia. Il presente lavoro, attingendo anche ai contributi di vari autori,
ha inteso analizzare il racconto sotto più profili: narrativo, antropologico, teologico. Ad un esame
approfondito, infatti, il testo va oltre la pur gradevole superficie di narrazione psicologicamente
accurata e dai tratti sapienziali, ed offre innumerevoli spunti sui meccanismi dell’insorgere
dell’incomprensione fra umani e la conseguente generazione del male.
Ma il male non ha l’ultima parola, e ciò che si genera come male può essere convertito in bene
dall’azione dell’uomo, in armonia con la costante presenza, seppure quasi sempre nascosta, di Dio
al suo fianco. È la parola, strumento che può essere impiegato sia per fini benefici che per scopi
malvagi, che diviene la chiave delle vicende umane: una parola che può essere malata, distorta,
oppure, al contrario, chiarificatrice e via maestra per ristabilire verità e giustizia. Ma il male, ci dice
il testo, non deve essere né sottovalutato, né taciuto o nascosto da un atteggiamento minimizzatore:
il male, compiuto o subìto, va dichiarato, la realtà va guardata in faccia, e solo allora si potrà
realmente perdonare ed accettare il perdono, ritrovando l’armonia che caratterizza la fratellanza fra
esseri umani.