Dio è il Signore della storia.
Tra Scrittura e Scienze umane: criteri di ragionevolezza della Provvidenza divina.
Nella letteratura scientifica dei giorni nostri, il concetto di provvidenza appare scarsamente indagato, e il termine stesso sembra essere quasi caduto in disuso. L’uomo del nostro tempo, invero, sembra non avvertire più l’esigenza della provvidenza divina, convinto di poter “provvedere” a ogni cosa in maniera autonoma, grazie allo sviluppo della tecnologia e ai progressi della scienza.
Alla luce di tali riflessioni, ci siamo interrogati: ha ancora senso parlare di provvidenza divina nell’epoca attuale? Se sì, in che modo possiamo comunicare il corretto significato teologico di questa espressione? Quali criteri ragionevoli possiamo adottare per identificarla con precisione? Da queste semplici considerazioni muove la nostra ricerca, la quale si propone di dimostrare quanto, soprattutto in questo frangente, sia non solo ragionevole, ma necessario per l’uomo contemporaneo riporre una fede salda nella provvidenza divina, soprattutto alla luce degli eventi catastrofici attuali.
Il percorso di questa tesi si articola in tre capitoli. Il primo esamina il concetto di provvidenza in due distinte pericopi dell’Antico e del Nuovo Testamento. Nell’Antico Testamento, si analizzano alcune pericopi specifiche di questo tema nella storia di Abramo e nella storia di Giuseppe; nel Nuovo Testamento, si considerano le parole del Discorso della Montagna e la Lettera ai Romani. Il secondo capitolo affronta il tema della provvidenza nella filosofia greca, nello stoicismo, nella filosofia della religione, nella riflessione di Agostino d’Ippona e in quella di Tommaso d’Aquino. Infine, il terzo capitolo esplora il rapporto tra provvidenza, scienza e fede, definendo alcuni criteri di ragionevolezza della provvidenza divina, evidenziando i tre più significativi.
Il confronto critico tra Scrittura e Scienze umane ci ha così consentito di rispondere alle domande iniziali di questa ricerca, elencare alcuni criteri di ragionevolezza della provvidenza e dimostrare che, anche nel contesto attuale, essa possa costituire una via ragionevole per offrire un orizzonte di senso all’esistenza umana.