Facoltà Teologica del Triveneto: Progetto THESIS Fttr

Tipologia Tesi: Laurea Magistrale in Scienze Religiose

  • Due guarigioni simboliche sulla strada della croce

    Mc 9,14-29 e 10,46-52

    1. La scelta del tema
    Nella prima parte del vangelo di Marco possiamo incontrare più racconti di miracolo. Nella sezione, invece, che va da Mc 8,27 ( la confessione di fede di Pietro) a Mc 10,52 sono narrati solo due episodi di guarigione, quella del ragazzo epilettico (Mc 9,14-29) e quella del cieco Bartimeo (Mc 10,46-52). Con questo mio lavoro cercherò di sottolineare la loro singolarità e la loro forte valenza simbolica ed esemplare.
    In entrambi i racconti è evidente e fondamentale il tema della fede seppur con prospettive diverse. La prima narrazione evidenzia la fede che permette a Gesù di riportare il ragazzo alla vita, rivelando così la potenza dell’azione di Dio e anticipando la potenza con cui egli risorgerà dai morti. Il percorso del padre del ragazzo epilettico verso una fede autentica è il paradigma di quella fede che è richiesta per entrare nella prospettiva di Gesù e accogliere il suo insegnamento sul cammino di morte/resurrezione del Figlio dell’uomo.
    Nella seconda narrazione la parola di Gesù rivela nella fede di Bartimeo la causa della guarigione, permettendo in tal modo di rileggere in questa chiave tutto il percorso di trasformazione del cieco. Le azioni del cieco di Gerico diventano così paradigmatiche di un cammino di fede che sfocia nella sequela.
    2. Il metodo: prospettiva sincronica, analisi narrativa e attenzione al lettore
    La ricostruzione della preistoria di entrambi i brani è molto dibattuta e problematica mentre sono evidenti la singolarità e l’importanza di essi nell’economia della narrazione marciana.
    Poiché ciò che intendo evidenziare è il senso dei racconti nell’insieme del vangelo di Marco, sottolineando in modo particolare il tema della fede, la mia rilettura si situa a livello sincronico e privilegia l’analisi narrativa dei testi, per arrivare a mettere in luce gli effetti che la narrazione tende a produrre sul lettore.
    3. Schema del lavoro
    Lo schema del lavoro è dato dall’analisi dei due testi in questione, secondo il metodo scelto, e da una conclusione che tenderà a mettere in evidenza la funzione dei due racconti all’interno dello sviluppo della narrazione marciana. Esso prevede pertanto questi momenti.
    3.1. La fede paradigmatica di un padre e la potenza di Gesù (Mc 9,14-29)
    Analizzerò il racconto seguendo lo sviluppo della trama che può essere rappresentato come segue:
    1- Situazione iniziale: luogo, presentazione dei personaggi, situazione di dibattito e prima
    reazione della folla (vv.14-15)
    2- Doppia complicazione: con la sua domanda Gesù dà l’avvio alla vicenda che seguirà (v. 16)
    A- L’impotenza dei discepoli a cacciare il demone (vv. 17-18)
    B- La denuncia di una generazione incredula (vv. 19-20)
    3- Doppia azione trasformatrice: inizia con la domanda di Gesù al padre del ragazzo
    B- Il dialogo di Gesù con il padre (vv. 21-23)
    A- La potenza di Gesù nella cacciata del demonio (vv. 25-26)
    4- Doppia soluzione: A- Il padre grida la sua fede (v. 24)
    B- Gesù riporta in vita il ragazzo (v. 27)
    5- Situazione finale: su domanda dei discepoli, Gesù spiega il motivo della loro impotenza e la
    Potenza della preghiera/fede (vv. 28-29)

    Lo sviluppo della trama evidenzia che, mentre per il padre l’insuccesso dei discepoli nel risolvere il suo problema è causato dalla loro “impotenza”, per Gesù l’ostacolo vero è la mancanza di fede di questa generazione. Nella situazione finale, nell’insegnamento esclusivo ai discepoli è evidenziato come la potenza è resa possibile solo dalla preghiera/fede.
    Nella trama possiamo quindi incontrare due percorsi interconnessi: quello che va dall’incredulità alla fede e quello, condizionato dalla fede, che evidenzia la potenza di Gesù sul demone.
    3.2. La vista della fede per la sequela (Mc 10,46-52)
    Anche per la guarigione del cieco Bartimeo metterò in evidenza lo sviluppo della trama narrativa come strategia essenziale per la rilettura e la comprensione del racconto.
    1- La situazione iniziale (v.46) segnala il quadro spaziale, dentro il quale si svolge l’azione, e presenta i personaggi, dando rilievo a Gesù e descrivendo in dettaglio la condizione di Bartimeo, così che subito essi appaiono come protagonisti.
    2- L’intrigo è innescato dalla complicazione costituita dal grido del cieco (v. 47) che manifesta un desiderio d’incontro e una richiesta di aiuto che attendono di essere accolti o rifiutati. Una complicazione secondaria (v.48) è data dall’ostacolo della folla che tenta di mettere a tacere Bartimeo e di impedire l’incontro.
    3- L’azione trasformatrice di Gesù si sviluppa in una duplice direzione imposta dalla duplice complicazione. In un primo momento Egli interviene sulla folla (v.49) per farla passare da ostacolo a mediatrice dell’incontro. In un secondo momento (vv. 50-51), con il cieco che è andato da lui, Gesù attiva un dialogo per far emergere con chiarezza qual è la sua precisa richiesta.
    4- La risoluzione è data dalla sua parola di Gesù (v. 52a) che evidenzia la fede del cieco come causa della sua salvezza.
    5- La situazione finale (v. 52b) mostra il cieco che, riacquistata la vista, inizia a seguire Gesù lungo la strada e mette così in risalto il capovolgimento della situazione iniziale.
    La trama lascia intravvedere il ruolo dei personaggi. Bartimeo è sicuramente il protagonista e a lui va attribuito il primato dell’iniziativa: al suo percorso esemplare verrà dato particolare risalto. Ovviamente anche il ruolo di Gesù non va sottovalutato. A lui, infatti, il narratore affida la funzione di interpretare gli atteggiamenti del cieco come percorso di fede.
    3.3. Collocazione dei racconti all’interno dello sviluppo narrativo
    Il mio lavoro proseguirà andando a ricercare il significato e il valore della particolare collocazione nel vangelo di Marco di questi due testi.
    Il primo racconto chiude la sottosezione che va da Mc 8,31 a 9,29. In esso ritrovano eco i due motivi dominanti di questa sottosezione: da una parte il percorso di morte e resurrezione che attende il Figlio dell’uomo e l’invito ai discepoli a seguirlo su questa strada e, dall’altra, la persistente incomprensione dei discepoli al riguardo, che, nel nostro racconto, sfocia nell’impotenza a vincere il demone. Gesù riconduce questa incapacità alla loro mancanza di fede. Il lettore che fino a qui ha simpatizzato e compreso le difficoltà dei discepoli a “pensare le cose di Dio”; ad accettare il destino del Figlio dell’uomo e ad accogliere il suo invito a seguirlo sulla strada della passione, è messo ora in grado di entrare, attraverso il percorso di fede del padre, di comprendere qual è la condizione perché possa essere accolta e realizzata la prospettiva di Gesù
    Il racconto di Bartimeo è situato come ponte tra la sezione del viaggio (Mc 8,27-10,45) e l’attività di Gesù a Gerusalemme (capp. 11-13). Anche in questo caso il narratore, attraverso alcuni richiami e contrappunti, cerca di far comprendere al lettore che la proposta di Gesù è una proposta realizzabile e cerca di rendere visibile, nel percorso di trasformazione del cieco, il cammino ideale che si apre anche per lui. Questo cammino si dispiega progressivamente nel desiderio di incontrare Gesù; nell’umile riconoscimento della sua identità di Messia; nella capacità di abbandonare le proprie sicurezze per incontrare Gesù, accolto come proprio Maestro di vita; nell’aprirsi liberamente al desiderio di “vedere” e pensare le cose di Dio, così che questa visione possa sostenere la libertà nel decidersi a seguire Gesù e ad accettare nella propria vita le esigenze che tale sequela richiede. Un tale cammino diventa una proposta offerta anche al lettore.
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