Facoltà Teologica del Triveneto: Progetto THESIS Fttr

Tipologia Tesi: Baccalaureato in Teologia

  • «E il Verbo si fece carne» (Gv 1,14)

    Un percorso alla luce della sarx nel Quarto Vangelo

    La trattazione prende le mosse dall’espressione di Gv 1,14 «E il Verbo si fece carne», parole contenute nel prologo del Vangelo di Giovanni che riassumono in maniera sintetica ma incisiva l’incarnazione di Dio nel Figlio Gesù Cristo, fatto uomo. Questo evento inaudito porta un cambiamento irreversibile: l’Eterno entra nella storia, Dio Padre assume la carne degli uomini per farsi uomo attraverso il Figlio, Cristo Gesù. Così, assistiamo all’incontro della Parola con la carne, l’eternità del Verbo del Padre si innesta nell’estrema concretezza della carne.
    A partire da questa apparizione del vocabolo “carne” nel prologo del Quarto Vangelo, l’attenzione si è rivolta alle molteplici occasioni in cui il medesimo termine ricompare nel racconto giovanneo. Possiamo intercettare la parola carne tredici volte nel Vangelo di Giovanni, essa ritorna sostanzialmente con due significati distinti. Da un lato, la carne, come lo stesso termine lascia intendere, designa la concretezza del corpo, nel nostro caso, il corpo di Gesù Cristo; altresì con “carne” il Vangelo fa riferimento, più ampiamente, alla sfera umana, al mondo terreno, alla logica secondo la carne che si contrappone a quella secondo lo spirito. A tal proposito, sono stati scelti due brani tratti rispettivamente da Gv 3 e Gv 6 i quali presentano queste due sfumature del medesimo termine “carne”. Nel cap. 3, incontriamo la figura di Nicodemo che intrattiene un dialogo con Gesù, quest’ultimo pone una netta distinzione tra la nascita dalla carne e quella secondo lo Spirito; così constatiamo la distanza che intercorre tra la logica umana e la prospettiva divina. Nel cap.6, assistiamo al discorso di Gesù in merito al Pane di vita. Cristo stesso si definisce cibo di vita eterna, pane, alimento necessario per la vita in pienezza di ogni uomo. In questo caso, il termine “carne” designa, appunto, il corpo del Signore, la concretezza della sua sostanza corporea che si offre come nutrimento per un’esistenza piena. L’ultimo capitolo riprende il tema della “carne” inteso come corpo e va a sondare la dimensione somatica propria di ogni uomo secondo due direttrici: identità e relazione. In primo luogo, il corpo, così come ci è consegnato dalla Sacra Scrittura, nella sua unità, costituisce e struttura l’identità di ogni uomo. In secondo luogo, nella carne di ogni individuo emerge quel legame universale che fa di tutta l’umanità un’unica famiglia. Nella dimensione somatica, infatti, tutti gli uomini, nonostante le innumerevoli differenze, si riconoscono inscindibilmente in relazione.



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