Il Signore è uno solo
Riflessione biblico-teologica sull’unicità di Dio in Israele, a partire da Dt 6,4-9
Lo scopo della nostra ricerca è stato quello di comprendere chi è Dio nel punto di vista della fede Israele. Il popolo Israele ha il suo itinerario della fede fino ad arrivare a un concetto Dio vero e unico. La sua fede non soltanto di affermare l’esistenza di Dio, ma anche di comprendere che cosa significa di aver YHWH come un Dio. Così, l’idea di un Dio non si può essere separato dalla esperienza della vita (LF12).
Nel primo capitolo ci introduce allo studio del contesto dello “shema’”, che si trova nel libro del Deuteronomio. Deuteronomio ha ruolo come un libro conclusivo della “legge”, dove si trova tutti comandamenti che gestiscono la vita di Israele. In quel contesto l’unicità di Dio non intende come monoteismo come pensiamo oggi ma un concetto monolatria dove si proclama di adorare un solo Dio senza negare la presenza degli altri dèi.
Il secondo capitolo comprendiamo la nascita del monoteismo biblico in cui prima volta viene proclamato dal profeta Deutero-Isaia. Il contesto in cui Israele si trova nell’esilio e la domanda “perché siamo andati nell’esilio?” risuonava soprattutto sulla credibilità di YHWH come Dio potente. La risposta non è YHWH che perso ma Israele non è stato fedele. Il culmine della riflessione Deutero-Isaia è l’affermazione solo YHWH è Dio e gli altri dèi non esistono. L’idea molto forte in quell’epoca è la sovranità YHWH come Dio della creazione.
L’ultimo capitolo ci porta al culmine del monoteismo che è rivelato da Gesù Cristo. Nel Nuovo Testamento vediamo la nascita del monoteismo trinitario che è il compimento del monoteismo biblico. Nel Gesù monoteismo si è spostato non soltanto dall’idea ma anche dalla prattica. Per questo riconoscimento di Gesù come “profeta potente in opere e parole” (cf Lc 24,19). Poi un aspetto pastorale è come si applica il dialogo con tre religioni monoteisti (ebraismo, cristiano e islam) soprattutto nel contesto multiculturalità in Indonesia.
