La prospettiva di questo lavoro è quella di riflettere sulla Liturgia della Parola come celebrazione comunitaria (con e senza la comunione eucaristica) non semplicemente come risposta alla diminuzione del numero dei sacerdoti, ma come espressione di una rinnovata sensibilità verso forme celebrative diverse dalla celebrazione eucaristica. Si fa riferimento al contesto ecclesiale italiano, che vede […]

La prospettiva di questo lavoro è quella di riflettere sulla Liturgia della Parola come celebrazione comunitaria (con e senza la comunione eucaristica) non semplicemente come risposta alla diminuzione del numero dei sacerdoti, ma come espressione di una rinnovata sensibilità verso forme celebrative diverse dalla celebrazione eucaristica. Si fa riferimento al contesto ecclesiale italiano, che vede l’esigenza di un rinnovamento della pastorale territoriale che valorizzi la dimensione della prossimità come occasione di annuncio e come spazio fecondo di ascolto comunitario della Parola di Dio, avendo come stimolo e risorsa la rinnovata spinta all’istituzione di forme di ministerialità laicale.
Senza pretesa di giungere a conclusioni in un tempo di cambiamenti epocali, si prova ad ipotizzare un modello di celebrazione che raccolga le istanze pastorali e le suggestioni di alcune esperienze esemplificative.