La presenza di Maria alle nozze di Cana nel Vangelo di Giovanni
confronto tra gli autori Xavier Leon-Dufour e Max Thurian
Nel racconto delle Nozze di Cana si trova il primo dei «miracoli» compiuti da Gesù che Giovanni, nel suo Vangelo, chiama «segni», per i due aspetti che li contraddistinguono: manifestare in Gesù la Gloria del Figlio di Dio e suscitare la fede nei suoi discepoli.
Maria appare solo due volte nel Vangelo di Giovanni: in questo brano e ai piedi della Croce. Il suo ruolo, in queste due occasioni, anche se secondario rispetto a quello cristologico, per la sua intima connessione, non è assolutamente minoritario. In entrambi i casi viene indicata dall’Evangelista come la «madre di Gesù» che anche Lui chiama in modo inconsueto per un figlio, con il titolo di «donna». Il problema della mancanza di vino evidenziato da Maria, durante una festa di nozze, probabilmente poteva essere risolto in altro modo, ma con questa sua richiesta rivolta al Figlio, rinnova quella fede coraggiosa che già l’aveva sostenuta nel momento del concepimento, diventando l’occasione per il primo segno della manifestazione della Gloria di Dio, operato da Gesù. Così facendo, diventa Colei che precede e innesca il processo di fede nei suoi discepoli. Nel confronto tra i due autori presi in considerazione, Xavier Leon-Dufour e Max Thurian, sono emerse due visioni di Maria: una di carattere cristologica, in cui emerge la figura di Maria, «donna» credente e madre spirituale, che genera alla fede, partecipando così alla funzione stessa della Chiesa e l’altra di carattere più teologica, dove Maria, nell’ambito della Nuova Alleanza, rappresenta la «Donna-Sion» l’Israele fedele, sposa di JHWH, che ricapitola l’intera vicenda nuziale tra Dio e il suo popolo.
Si può concludere affermando che il simbolismo di Cana, inserito in una festa di nozze, come segno della Nuova Alleanza, possa essere unificato in un dittico in cui Maria rappresenta la sposa di JHWH e la Madre Spirituale della Chiesa.