La “religiosità mafiosa” e la sua incompatibilità con la fede cristiana
Tutte le volte che si mette da parte il Vangelo per la violenza, o si usa la religiosità a nostro vantaggio, o ancora a confondere il potere che viene da Dio, si fa il giogo di un dio che non è quello di Gesù, Figlio di Dio Padre. È questo che fa la mafia. L’obiettivo […]
Tutte le volte che si mette da parte il Vangelo per la violenza, o si usa la religiosità a nostro vantaggio, o ancora a confondere il potere che viene da Dio, si fa il giogo di un dio che non è quello di Gesù, Figlio di Dio Padre. È questo che fa la mafia.
L’obiettivo di questa tesi è quello di puntare ad accentuare gli squilibri esistenti, tra l’uso sistematico della violenza, la cultura e religiosità mafiosa con il messaggio cristiano, al fine di spingere molti ad interiorizzare (interrogarsi) su come non sia possibile ammettere una relazione tra mafia e fede.
Si è cercato di decostruire quella che viene chiamata “teologia mafiosa” per differenziarla con una vera teologia cristiana che riconosca il fenomeno per ciò che è davvero, ossia esaltazione del Vangelo di Cristo, degenerazione e mistificazione dello stesso. È risultato evidente, quando ci si rivolge all’organizzazione mafiosa, che essa mescola la propria brama di potere a una comunicazione religiosa che si appropria della simbologia cattolica.
La tesi si articola in cinque capitoli. Il primo sulle origini della mafia, che con tale denominazione, prima dell’unificazione d’Italia non era mai esistita, tuttavia era già un elemento organico del sistema di potere che governava l’Italia. Nel secondo capitolo si afferma come le organizzazioni mafiose hanno utilizzato la religione come forma di legittimazione sociale. Così il fenomeno mafioso rischia di essere scambiato con le reali espressioni della religiosità cristiana. Nel terzo si vuole dimostrare che la mafia non appartiene al regno di Cristo anche se si parla di “teologia mafiosa”. Nel
quarto capitolo si espone come gli stessi religiosi hanno contrattato gli spazi del sacro, ma allo stesso tempo, la Chiesa è stata anche profetica grazie ai pronunciamenti magisteriali e alle scomuniche ai mafiosi. Infine, nell’ultimo capitolo, si ricorda Don Pino Puglisi che la mafia l’ha combattuta nel nome del Vangelo.