«La sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa» (Qo 3,19). Uomo e animali: concreaturalità, solidarietà, responsabilità, destino
Cosa pensa Dio degli animali? Ovvero, cosa la presenza degli animali nel creato ha da dire all’uomo di Dio e di se stesso alla luce della Rivelazione? Alla luce dell’attuale grande – a volte spropositata – attenzione rivolta agli animali nel mondo contemporaneo, si propone un contributo che si muove contemporaneamente su due piani: quello […]
Cosa pensa Dio degli animali? Ovvero, cosa la presenza degli animali nel creato ha da dire all’uomo di Dio e di se stesso alla luce della Rivelazione?
Alla luce dell’attuale grande – a volte spropositata – attenzione rivolta agli animali nel mondo contemporaneo, si propone un contributo che si muove contemporaneamente su due piani: quello principale, inteso a riflettere su cosa può dire la presenza delle altre creature viventi all’uomo, e un altro piano teso a dimostrarne la dignità e il valore, contro una tradizione che le ha sempre messe su un livello troppo basso.
Il percorso nel primo capitolo propone tre “punti di vista” da cui partire. Il primo è quello biologico, per cercare quali siano, su questo piano, le affinità e le differenze tra uomo e animale secondo gli studi neurofisiologici e le più recenti acquisizioni di etologia cognitiva degli animali. Il secondo, quello filosofico, offre alcuni cenni essenziali sulla riflessione lungo la storia del pensiero circa il rapporto uomo-animale, con particolare attenzione sul passaggio dalla classica visione aristotelico-tomista antropocentrica a quella attuale “patocentrica” che riconosce la dignità dell’animale e dei suoi diritti. Infine il punto di vista biblico come fondamento della riflessione teologica: gli animali legati alla sorte dell’uomo (Gen 1-3), gli animali inclusi nella storia della salvezza (Gen 9), gli animali e la loro valenza simbolica per l’uomo.
La parte principale del contributo tratteggia quindi una riflessione antropologico fondamentale mettendo in luce le principali “conseguenze teologiche” dei dati essenziali presentati nel primo capitolo: a) concreaturalità uomo-animali (uomo e animali con-creature in relazione “asimmetrica” con Dio e tra di loro; solidarietà creaturale e comunanza di destino; uomo come immagine del Creatore per gli animali); b) responsabilità dell’uomo sul creato e in particolare sul mondo animale, con riferimento al recente magistero a partire dall’enciclica di papa Francesco Laudato sii’; c) solidarietà creaturale con l’uomo (destino escatologico dell’uomo e quello degli animali a confronto; solidarietà creaturale ed effetti del peccato sul creato; destino del creato nel compimento escatologico; uomo concreatura responsabile del creato, mediatore di salvezza per tutte le creature; destino degli animali dopo la morte; gli animali possiedono un’anima?).
La conclusione proposta è che Dio rivela se stesso e la natura dell’uomo anche attraverso il creato, quindi anche attraverso gli animali: per questo l’uomo è invitato all’ascolto e al rispetto della loro presenza, segno del dono della vita e del sovrabbondante amore di Dio per il creato intero.