«L’amore ha bisogno di tempo» (AL 224).
un catecumenato permanente per gli sposi: l’esperienza del Movimento Francescano Fraternità Familiari
Dal 2018 papa Francesco sostiene con forza che serva un “catecumenato permanente” per il sacramento del matrimonio, che riguardi la sua preparazione, la celebrazione in sé e i primi tempi successivi. Il presente lavoro prova ad esplorare ciò che viene dopo la liturgia nuziale, principalmente in ambito formativo.
Nel primo capitolo si andranno ad analizzare alcuni documenti magisteriali, prodotti dal Concilio Vaticano II (Sacrosanctum Concilium, Lumen gentium e Gaudium et Spes), e dai pontefici, da Paolo VI a Francesco. Successivamente, l’attenzione si concentrerà sull’ultimo documento prodotto a livello ecclesiale e sulla quale papa Francesco e la Chiesa hanno investito molte forze e speranze: gli Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale, pubblicati nel 2022 dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Per concludere, verranno proposti quattro criteri con i quali provare a leggere le realtà ecclesiali di formazione post-matrimoniale presenti in Italia.
Nel secondo capitolo verranno presentate alcune realtà che operano all’interno della Chiesa italiana e che propongono percorsi di formazione per gli sposi cristiani.
Nel terzo capitolo verrà presentato il Movimento Francescano Fraternità Familiari, una realtà nata nel 2001 a Camposampiero (PD). Dopo una prima parte introduttiva, si analizzeranno i documenti ufficiali riguardanti questa realtà che, da più di vent’anni, offre agli sposi cristiani un percorso di formazione alla luce del vangelo, con lo stile esemplare di san Francesco d’Assisi. Al termine del capitolo, si riprenderanno nuovamente i criteri esposti nel primo capitolo, e si proveranno a scorgere similitudini e/o possibili ambiti di intervento, affinché questa realtà locale possa accostarsi il più possibile a quanto suggerito dai più recenti documenti ecclesiali.
Le domande da cui nasce la riflessione di questo lavoro, e di cui si proverà a dare risposta all’interno dei tre capitoli e nelle conclusioni finali, sono diverse: la formazione post-matrimoniale è stata, ed è, un argomento centrale nella Chiesa? Quanto proposto dai pontefici, e più recentemente dal Dicastero, è sufficiente? Le realtà di formazione post-matrimoniale possono/devono sostituirsi alle parrocchie? Quali valori aggiunti possono portare i movimenti alla Chiesa e agli sposi?
