L’esperienza religiosa nella fanciullezza come promessa di vita
«Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei cieli» (Mt 18,3)
Partendo dal principio che la vita e l’esperienza di fede dell’uomo sono in divenire, un percorso aperto e mai totalmente concluso, questa ricerca si prefigge di mettere in luce il valore dell’esperienza religiosa nell’età della fanciullezza, convenzionalmente compresa tra i sei e i dieci anni. Questa età si presenta come una tappa dello sviluppo umano e religioso particolarmente ricca di potenzialità e specifiche peculiarità, fase di fondamentale importanza per uno sviluppo armonioso, consapevole e responsabile dell’adulto di domani. Certamente la vita umana e l’esperienza religiosa sono in continuo divenire, un cammino costante e mai totalmente compiuto, e tale esperienza, anche nel fanciullo, presenta tratti distintivi e particolarità esclusive che vanno riconosciuti, valorizzati e promossi poiché concorrono a comporre la complessità, la singolarità e l’unicità della persona e del suo sentimento di fede.
Qual è allora il valore autentico del fanciullo? Come porci di fronte a lui? Con quale sguardo comprendere la sua unicità e la sua modalità di vivere l’esperienza religiosa? Ancora una volta ci viene in aiuto il Maestro per eccellenza, Gesù, colui che più di ogni altro svela pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua massima vocazione. Egli con semplici gesti e poche parole, ci indica la via da seguire, una via che deve intraprendere chiunque voglia mettersi alla sua sequela. Richiamando il suo invito, ben espresso nei tre passi del Vangelo di Matteo che saranno presi in esame, si tenterà di riflettere sull’età della fanciullezza come tempo a cui viene riconosciuto nuovo significato, e in particolare come tempo privilegiato dell’incontro con Dio, un tempo di grazia per un’esperienza autentica e profonda con lui. Attraverso lo sguardo di Gesù, la categoria di piccolezza diviene uno stile di vita a cui tutti siamo chiamati, un tempo da riprendere e fare proprio in ogni età della vita, un tempo che non va sminuito o disconosciuto, ma custodito, sostenuto e rivalutato.
Dopo una prima panoramica generale sul ciclo di vita della persona, sui diversi gradi che caratterizzano lo sviluppo e la crescita dell’esistenza umana e dell’esperienza religiosa, si vuole giungere, nella seconda parte, a focalizzare l’attenzione su quella specifica tappa del percorso di vita che è appunto la fanciullezza. Si tenterà di sottolinearne le risorse e la ricchezza, prendendo in considerazione i vari ambiti di sviluppo a cui approda il bambino, con un’attenzione particolare però, alla sua esperienza religiosa, esperienza già presente e tutt’altro che estranea al fanciullo.
Infine, nella terza parte, verrà esplicitata l’ottica che si intende privilegiare in questa analisi, ovvero quella proposta da Gesù, tentando proprio di riflettere sul nuovo significato da lui attribuito all’essere bambini, sul valore riconosciuto a questa età come tempo privilegiato dell’incontro con Dio, stile di vita da assumere e fare proprio in ogni fase della vita, per vivere appieno la propria esperienza religiosa.
