L’identità e il ruolo del presbitero in una Chiesa ministeriale
L’elaborato si propone l’obiettivo di illustrare la riflessione teologica relativa all’identità e al ruolo del ministro ordinato, in particolare del presbitero, secondo la prospettiva fornita dal contesto ecclesiologico odierno. Il primo capitolo, a partire dall’analisi del contesto sociale ed ecclesiale odierno, si propone di evidenziare come sia necessaria per la Chiesa una ricomprensione dell’identità e […]
L’elaborato si propone l’obiettivo di illustrare la riflessione teologica relativa all’identità e al ruolo del ministro ordinato, in particolare del presbitero, secondo la prospettiva fornita dal contesto ecclesiologico odierno.
Il primo capitolo, a partire dall’analisi del contesto sociale ed ecclesiale odierno, si propone di evidenziare come sia necessaria per la Chiesa una ricomprensione dell’identità e del ruolo del presbitero. La crescente secolarizzazione e la diminuzione delle vocazioni al sacerdozio ordinato, la percezione da parte dei presbiteri di un ruolo sempre più frammentato a causa delle numerose necessità delle singole parrocchie, l’aumentare della presenza dei ministeri «di fatto» nelle comunità che spesso suppliscono ad alcune funzioni del presbitero e le recenti aperture sulla ministerialità istituita operate da papa Francesco con Spiritus Domini e Antiquum ministerium sono solo alcuni degli elementi che rendono concreta questa esigenza.
Il secondo capitolo intende mettere a fuoco la comprensione che la Chiesa ha di sé stessa a partire dal Concilio Vaticano II: non si possono infatti ripensare l’identità e il ruolo del presbitero senza conoscere a fondo il contesto ecclesiale in cui il ministero ordinato si colloca. Dalla costituzione dogmatica Lumen gentium emerge una Chiesa che si qualifica secondo la categoria centrale di «popolo di Dio», il quale esercitando un sacerdozio comune o battesimale partecipa a proprio modo all’unico sacerdozio di Cristo. Il Concilio dunque evidenzia anzitutto un «noi» ecclesiale all’interno del quale
tutti hanno una responsabilità in rapporto all’identità e alla missione della Chiesa stessa, derivante dalla dignità battesimale. Biblicamente il sacerdozio battesimale si configura grazie al riconoscimento di carismi diversi (Cf. 1Cor 12) e alla necessità pratica degli apostoli di definire la propria identità in relazione allo specifico ministero dell’annuncio della Parola, per lasciare ad altri uomini guidati dallo Spirito Santo il compito del servizio alle mense (Cf. At 6).
Il terzo capitolo si interessa del sacerdozio ministeriale, il quale trova la propria identità specifica nel servizio al sacerdozio comune, al fine della sua maturazione. Il presbitero pertanto si configura in funzione di una più ampia ministerialità ecclesiale, con la quale e per la quale collabora esercitando il triplice munus di Cristo. Particolare esempio di questo modello di Chiesa ci viene fornito da alcune organizzazioni laicali, come l’Azione Cattolica.
