Facoltà Teologica del Triveneto: Progetto THESIS Fttr

Tipologia Tesi: Baccalaureato in Teologia

  • Luca 16,1-8: Amministrare con sapienza in tempo di crisi

    la polisemia della remissione dei debiti nell’economia della salvezza

    La parabola narrata in Luca 16,1-8 è notoriamente una crux interpretum per gli esegeti. Una lettura ravvicinata della parabola con metodi propri dell’analisi narratologica ed una successiva lettura allargata al contesto in cui la narrazione è inserita fanno emergere la centralità della remissione dei debiti e la sua ricca polisemia all’interno dell’economia della salvezza. Si ritiene che uno dei significati di questa azione nel contesto della parabola sia il perdono dei peccati intimamente intrecciato con i temi, tipicamente lucani del reversal, del rapporto tra giustizia e ingiustizia, dell’agire φρονίμως nelle situazioni di crisi, dell’opera di liberazione, di ἄφεσις, che Gesù annuncia come centrale della sua missione all’inizio del suo ministero pubblico (Lc 4,16-30) e infine dell’accoglienza e della reciprocità sottolineata dal verbo δέχομαι.
    Al termine dell’analisi della narrazione si propone che l’intento della parabola sia sfidare (challenge) le aspettative del lettore e mettere in crisi il suo mondo simbolico e il valore che in questo mondo hanno i temi sopracitati. La sfida è quella di un’etica iperbolica o paradossale in cui la remissione dei debiti può essere vista sia come giustizia che come ingiustizia. L’invito a entrare in quest’ottica paradossale viene rafforzato da quella strana sensazione di disagio che coglie l’esegeta al termine del brano, di non averlo capito fino in fondo, di aver bisogno da parte del narratore di un dettaglio in più.
    La riflessione sulla remissione dei debiti presentata dalla parabola induce così il lettore a entrare nella natura del perdono proclamato, vissuto, trasmesso da Dio attraverso l’opera del Figlio e reso presente dallo Spirito Santo nella Chiesa. Quello che agli uomini appare come ingiusto e incomprensibile, l’inespiabile e l’imperdonabile sono nell’evento cristologico le possibilità stesse di esistenza del perdono e dell’amore incondizionati. Solo accettando che la natura creaturale stessa dell’uomo è ὀφείλημα è possibile aprirsi al perdono, ad accogliere la comunione con Dio, con il prossimo e con se stessi che questo dono dischiude come promessa e al contempo come realtà escatologia già e non ancora realizzata nella comunione dei santi.



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