Facoltà Teologica del Triveneto: Progetto THESIS Fttr

Tipologia Tesi: Baccalaureato in Teologia

  • Preghiera e violenza nei Salmi imprecatori

    studio dei Salmi 83 e 137.

    L’ Antico Testamento contiene molte pagine violente, che a prima vista sembrano in netto contrasto con il Nuovo Testamento in cui predomina l’amore ed il perdono. Tra queste si evidenziano alcuni Salmi, i cosiddetti Salmi imprecatori, (ad esempio il Sal 58; 83 e 109; o parti di Salmo es. 137,9), in cui spiccano richieste a Dio di vendetta e di eliminazione cruenta dei nemici. Di fronte a tale violenza i cristiani si sono sentiti disorientati fino dai tempi antichi, tanto che Marcione ha proposto di scorporare l’Antico Testamento dal canone cristiano in quanto espressione di un Dio violento e vendicativo rispetto al Dio di amore raccontato da Gesù Cristo. Anche durante e subito dopo il Concilio Vaticano II si è aperto il dibattito se tenere o meno tali salmi nella preghiera ecclesiale delle ore e nella liturgia. A fronte della richiesta di mantenere il salterio integrale espressa dalla maggioranza dei Padri conciliari, dalla schiacciante maggioranza del sinodo dei Vescovi del 1967 e della commissione della riforma della liturgia, S. Paolo VI decise nel 1971, con il documento Principi e norme per la liturgia delle ore, di espungere dal salterio i Salmi 58, 83 e 109 e di omettere versetti di altri Salmi come ad esempio Sal 5,11 e 137,7-9 in cui prevale il carattere violento del salmo. L’intento del Papa era quello di eliminare difficoltà psicologiche che potevano sorgere nei fedeli nella recita di tali salmi senza una adeguata preparazione. Tuttavia, dietro alle buone intenzioni del Papa e non certamente in lui, si potevano nascondere posizioni più sottili, come la convinzione che tali salmi fossero il frutto della mentalità e della storia giudaica, di valore inferiore alle preghiere cristiane perché ancora non illuminati dalla rivelazione di Gesù e quindi da omettere. In realtà questi argomenti di stampo marcionita sono da rigettare in quanto tutti i Salmi sono da considerarsi ispirati da Dio (cf. 2Tim 3,16) e vanno tutti accettati anche dai cristiani. Non per niente Gesù ha detto: «È necessario che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi» (Lc 24,4) indicando che la Scrittura deve essere accettata integralmente.
    La prospettiva attuale non è quella di addomesticare i Salmi secondo la nostra cultura cristiana e sensibilità moderna ma quella di applicare la corretta ermeneutica che permetta da un lato di interpretare in modo puntuale il pensiero del salmista, inquadrandolo nel contesto storico e culturale del suo tempo e dall’altra di recuperare il vero significato del testo e la funzione teologica delle immagini violente riportate. Da questi Salmi possono emergere nuovi spunti di riflessione su problemi fondamentali come il dolore, l’oppressione e il senso di smarrimento di fronte alla violenza che anche l’uomo moderno sperimenta e il suggerimento di una preghiera urlata e disperata a Dio per ottenere protezione e aiuto a superare i momenti più angosciosi.
    Nell’elaborato verrà studiato il Sal 83 come esempio di un salmo imprecatorio in cui è esplicitata a Dio la richiesta di vendetta sui propri nemici e che per questo è stato completamente eliminato dal salterio cristiano attuale. Anche i v. 8-9 del Sal 107 verranno presi in considerazione come esempio di versetti espunti dal corpo di un salmo perché ritenuti a prima vista, portatori di una violenza inaccettabile.
    Dopo una breve introduzione ed inquadramento storico dei due salmi, verrà presentato il problema della loro accettabilità e le soluzioni proposte per il loro mantenimento/esclusione nel salterio cristiano. Verrà poi presentata la composizione letteraria/struttura dei salmi, l’analisi semantica e l’orizzonte teologico/cristologico suggerito dalla nuova ed approfondita ermeneutica. La sorprendente attualità del messaggio emergente dai due salmi non potrà che richiedere il loro ripristino nel Salterio per essere utilizzati come preghiera a Dio per ottenere il suo aiuto a combattere la violenza e l’oppressione presente nella storia dell’uomo.



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