La riflessione fenomenologica sul corpo per un dialogo tra Teologia e neuroscienze

Con il presente elaborato mi propongo di presentare una riflessione sul problema teologico del corpo. La premessa fondamentale ad una tale riflessione è il rendere ragione della domanda sull’uomo, e di dove essa si colloca nell’ambito delle scienze umane.
L’ antropologia teologica, pur secondo una prospettiva diversa rispetto alle altre discipline umane, è capace di rispondere al tentativo di comprendere il mistero dell’uomo, nella misura in cui si pone in ascolto della Parola di Dio: è davanti a Dio che l’uomo può cogliere il senso della propria identità, alla luce dell’uomo Gesù Cristo, il Dio fatto uomo.
Lo scopo della ricerca è rendere ragione della dignità della rivelazione e della fede, quali unità esperienziali che hanno piena forma nel corpo, ponendo in risalto la prospettiva della fenomenologia come terreno fertile delle riflessioni più solide sulla complessità del corpo maturate nel corso del xx secolo. Le principali acquisizioni della fenomenologia ma soprattutto dell’epistemologia della complessità (superamento opposizione mente-corpo) nell’ambito delle neuroscienze dispiegheranno il tentativo di un confronto tra le neuroscienze e la teologia, al fine di verificare la possibilità di un discorso sulla fede.
Infine, emergerà l’opportunità di un raccordo tra la teologia e le altre scienze sulla base dell’epistemologia della complessità, per affermare le più importanti convergenze esistenti tra la fenomenologia del corpo e la rivelazione di Dio nel corpo.
C’è una parola che dice Dio col corpo, anzi che è il corpo di Dio, Gesù Cristo. E l’uomo è essenzialmente corpo: l’uomo è il corpo. L’uomo è la complessità del suo corpo.